Filtro antiparticolato, problemi e costi. Ecco come risolverli con il Dukic Day Dream
Se hai un’auto diesel e ne hai sentito di sicuro parlare. Non occorre, in fatti, essere un esperto o un nerd della meccanica per sapere che sulla gran parte delle auto diesel è installato il famigerato filtro antiparticolato, noto anche con gli acronimi di FAP e DPF.
Nato con l’idea di far risparmiare in emissioni e in costi di carburante, il FAP è, da diversi anni, al centro di una serie di polemiche e discussioni che ne mettono in seria discussione sia l’efficacia che la credibilità. Cerchiamo di capire come stanno le cose e, quindi, perché Luccarini ha scelto la soluzione Dukic Day Dream.
- Che cos'è il filtro antiparticolato e come funziona (davvero)
- Ma il filtro antiparticolato funziona sempre come ci dicono?
- Quanto costa pulire o sostituire il filtro antiparticolato?
- La soluzione Dukic Day Dream
- Si può togliere il FAP e tenere solo il Dukic Day Dream
- Ma se funziona così bene ed è così efficace perché non viene installato di serie su tutte le auto diesel?
Che cos’è il filtro antiparticolato e come funziona (davvero)
Innanzitutto, va detto che non esiste un solo tipo di filtro antiparticolato, ma diversi a seconda del produttore e del tipo di veicolo. Diciamo che, per semplicità, il filtro antiparticolato è un componente che viene collegato al sistema di scarico dell’auto. Lo si trova su tutte le vetture da Euro 4 in poi e ha come scopo ridurre drasticamente le emissioni delle cosiddette polveri sottili microscopiche che vengono generate dal motore durante la fase di combustione del carburante. In poche parole: il particolato.
Stiamo parlando di sostanze altamente inquinanti e dannose per la salute, ovviamente, che è nell’interesse di tutti ridurre più possibile.
Il particolato passa attraverso il sistema di scarico dell’auto e viene filtrato da un sistema di celle e canali che, nella maggior parte dei casi, contengono un additivo a base di cerina che, altro non è, che una sostanza che cattura le polveri e le agglomera. Un po’ come fanno i gatti con il pelo, per intenderci.
Come ogni filtro che si rispetti, come per l’aspirapolvere o i filtri dell’acqua, dopo un certo utilizzo anche il FAP “si riempie”, o meglio, si satura di queste polveri, compromettendo sia le emissioni che l’efficacia del motore.
Tendenzialmente si dice che il filtro antiparticolato dovrebbe funzionare per circa 70/80.000 chilometri, ma, nella realtà il dispositivo tende a saturarsi molto prima. Se ce l’hai installato sull’auto lo sai.
Per ovviare a questo inconveniente il filtro è dotato di un sistema di “auto pulizia” che si attiva mediante sensori che “sorvegliano” il suo funzionamento. A questo punto il sistema inietta una piccola quantità di gasolio all’interno del filtro che raggiunge un a temperatura intorno ai 400° bruciando gli agglomerati di PM10 (le polveri di cui parlavamo sopra) riducendole in polveri molto più sottili e meno inquinanti, le cosiddette PM2,5. Alla fine del processo queste polveri vengono espulse dal sistema di scarico assieme agli altri gas.
Ma il filtro antiparticolato funziona sempre come ci dicono?
Non proprio, purtroppo. Abbiamo detto infatti che i filtri non sono tutti uguali, la differenza sta, in effetti, nell’efficienza. Ma non solo, perché lo scandalo Volkswagen del 2015 ha aperto la strada ad una serie verifiche e discussioni sulle misurazioni che vengono eseguite per certificare l’efficacia dei filtri, facendo addirittura emergere criticità, false dichiarazioni da parte di enti certificatori ed enti pubblici. Qualche anno prima (2011) il Codacons trascina addirittura in tribunale la Regione Lombardia con l’accusa di favorire un dispositivo che, anziché migliorare le prestazioni dei motori e ridurre la quantità di polveri sottili, al contrario le aumenta.
Ma dopo la Germania anche i produttori USA finiscono con l’avere grane con la credibilità del FAP (o DPF), tra questi anche Mercedes e FCA.
Fino a che, in Italia, si fa avanti un’azienda in provincia di Vicenza, la Dukic Day Dream, con un dispositivo esattamente opposto al FAP e che promette di eliminare completamente le emissioni di particolato.
Stiamo parlando di un sistema brevettato che, ovviamente, ha un costo, ma, a proposito, che costi ha il Filtro antiparticolato quando deve essere pulito in modo professionale o addirittura sostituito?
Quanto costa pulire o sostituire il filtro antiparticolato?
La pulizia di un filtro antiparticolato, nella migliore delle ipotesi, può richiedere la semplice ricarica dell’additivo di cerina. I più temerari (per usare un eufemismo) possono optare per i kit fai-da-te che si trovano in rete, dal costo di poche decine dei euro. Salvo poi fare danni peggiori.
Ma se vuoi affidarti ad un professionista autorizzato che sa esattamente dove mettere le mani e che conosce le conseguenze di certe operazioni, allora dovresti preventivare tra i 400 e i 600 euro, a seconda del modello del filtro, dello stato in cui versa e della ricarica dell’additivo che, in genere, è sempre compresa.
Se il filtro invece è da sostituire, beh… amico mio… sono dolori.
La cifra può andare dai 700 ai 5000 euro, a seconda della vettura, del tipo di ricambio (originale o equivalente) e del costo della manodopera.
Insomma, un bel guaio. Siamo i primi a dirlo.
Ma siamo sicuri che non ci sia un’alternativa?
La soluzione Dukic Day Dream
Ne abbiamo accennato qualche riga più in su. Dukic è un ‘azienda che, in questi anni di controversie e polemiche sul filtro antiparticolato, si è distinta per una battaglia tecnica e istituzionale che è anche finita su tutti i giornali, radio e le tv.
Michele Campostrini, presidente dell’azienda e inventore dei dispositivi Dukic ha spiegato sin dall’inizio che bisogna agire prima del processo di scarico, addirittura a livello di carburante, in modo tale che il particolato non venga creato o creato in parti realmente trascurabili.
Le prove tecniche di laboratorio lo hanno dimostrato e lo dimostrano continuamente.
I dispositivi Dukic 3D vengono installati sul tubo del gasolio prima che questo venga immesso nel motore con una serie di vantaggi immediati:
- Le caratteristiche del carburante migliorano
- Si abbatte la produzione dei gas inquinanti e delle PM10
- Aumentano coppia e potenza del motore che, a parità di prestazioni, consuma meno
Tutto questo avviene in maniera ovvia se si pensa che i dispositivi Dukic 3D non fanno altro che migliorare il rendimento della combustione del carburante riducendo in maniera drastica la quantità di gas inquinanti.
Come effetto a cascata si ottiene che il FAP deve lavorare di meno, riducendo così il numero di cicli di “rigenerazione” che farebbe in condizioni normali.
Può essere installato su qualsiasi tipo di veicolo a motore diesel da Euro 0 a Euro 6.
E se ti stai chiedendo se è omologato o meno, la risposta non può essere che: sì, è omologato dal Ministero dei Trasporti.
Si può togliere il FAP e tenere solo il Dukic Day Dream?
Assolutamente no. Farlo è l’equivalente di un’opera di manomissione della vettura che è stata omologata, cioè, abilitata a circolare, proprio perché dotata del Filtro antiparticolato.
Solo per fare un esempio: se lo togliessi perderesti il diritto alla copertura assicurativa in caso di incidente.
Di contro, come abbiamo detto, il FAP beneficia moltissimo dall’installazione dei dispositivi Dukic.
Ma se funziona così bene ed è così efficace perché non viene installato di serie su tutte le auto diesel?
Questa è una bella domanda. Ma lo è anche quella più epocale: perché se sappiamo che i derivati del petrolio sono dannosi per l’ambiente, perché continuiamo a produrre auto che vanno a combustione di idrocarburi?
La risposta ad ognuno di noi.
Nel frattempo, se vuoi migliorare le prestazioni del tuo motore, evitare problemi con il FAP o evitare che si ripetano, chiamaci, vieni a far controllare il FAP della tua auto e chiedi un preventivo per l’installazione di un dispositivo Dukic 3D.